Intervista a Sebastiano Todaro

Eccoci oggi con Sebastiano Todaro, l’autore di “Competitors”! Sebastiano si presta a questa nostra intervista per raccontarsi e parlare del suo nuovo Board Game: intrigante, coinvolgente e da temerari strateghi! Ma bando alle ciance, iniziamo!

 

Benvenuto Sebastiano e grazie per aver deciso di dedicare parte del tuo tempo alla nostra intervista e a “sfamare” la nostra curiosità in merito alla tua vita d’autore e ai tuoi progetti. Innanzitutto ci piacerebbe sapere com’è nata la tua passione per fumetti e giochi da tavolo…

La mia passione risale a quand’ero un bambino, negli anni Sessanta, un periodo storico in cui non esistevano le possibilità economiche odierne. Ricordo che era sufficiente vedere un film in tv o leggere un fumetto per far esplodere la mia vena creativa e ricreare quelle storie realizzandone gli scenari con materiali semplici come il cartone. Cosa non feci dopo aver visto la prima versione in bianco e nero del “Titanic”! La mattina successiva mi alzai alle 5 e costruii la nave e persino l’iceberg. Stessa cosa quando mi capitò di vedere un film sulla rivoluzione francese…i miei non furono tanto felici nel constatare che avevo costruito una ghigliottina e che avevo già portato a termine numerose esecuzioni tagliando la testa ai soldatini!
A parte gli scherzi, credo di aver iniziatoad appassionarmi a giochi da tavolo e fumetti intorno ai 5 anni e da allora questa passione non mi ha più abbandonato.

 

Poveri soldatini!! Ma d’altronde, mai frenare l’estro creativo di un bambino! E se ti chiedessi la tua personale classifica di boardgames preferiti, quali mi annovereresti?

 

Ricordo con tenerezza i miei primi giochi da tavolo,i classici per eccellenza “Risiko”, “Monopoly” e un meno conosciuto “Castello incantato”.
Col tempo, dopo essermi reso conto di quanto poco io fossi fortunato con carte e dadi, mi avvicinai a giochi più tattici come gli scacchi. Solo negli anni ’90 ebbi una folgorazione scoprendo “Heroquest”, un gioco che mi fece appassionare tantissimo e che mi ispirò parecchio grazie alle sue dinamiche molto realistiche e alla scarsa incidenza del fattore “fortuna”: gli esiti della partita, infatti, dipendevano in larga parte dalle decisioni prese dai giocatori.
Per riassumere, posso dire che i miei 3 giochi preferiti sono stati proprio: “Castello Incantato”, “Risiko” e “Heroquest”.

 

Bisogna proprio dirlo però, a prescindere dal periodo storico, la maggior parte dei gamers inizia con “Monopoly” e poi si cimenta in notti brave all’insegna di “Risiko”! Invece, Sebastiano, com’è nato “Competitors”?

 

Tutto ebbe inizio molti anni fa, precisamente nel 1986, quando fui assunto presso un corriere internazionale in qualità di hand-carry. Praticamente il mio compito era quello di ritirare e consegnare piccole spedizioni, perlopiù documenti legali, contratti e schede elettroniche, in tutta Europa. Mi capitava di iniziare la mia giornata lavorativa a Roma e di terminarla a Francoforte! Era un lavoro davvero entusiasmante, dinamico e pieno di sorprese! Ovviamente era di fondamentale importanza il tempo, la velocità e la capacità di affrontare tutti gli imprevisti con soluzioni efficaci.
Dovendo viaggiare molto in aereo, avevo a disposizione parecchio tempo sia in volo che durante l’attesa. Fu allora che mi venne in mente di tramutare questo mondo delle spedizioni in un gioco da tavolo.Purtroppoa quel tempo i mezzi tecnologici per crearlo erano davvero scarsi e così mi limitai a buttare giù le regole, convinto che sarebbe arrivato il giorno in cui avrei potuto realizzarlo fisicamente.
Dovetti attendere più o meno 20 anni e, con l’avvento del computer e dei programmi di grafica, fui in grado di continuare quel progettotenuto nel cassetto per diverso tempo.

 

 

Chi l’ha dura la vince! È davvero fantastico che tu sia riuscito a realizzare il tuo sogno nel cassetto! E ora facci sognare un po’… svelaci i contesti, le dinamiche e tutti i dettagli di “Competitors”! 

“Competitors” nasce come gioco che si propone di ricreare virtualmente tutte quelle situazioni che sono proprie del mio lavoro nell’ambito delle spedizioni internazionali.

Ogni giocatore assume il ruolo di un imprenditore a capo di una compagnia di spedizioni operante nel mercato mondiale,con l’obiettivo di tentare di espandere la propria rete commerciale. Dovrà sfidare gli avversari, consegnare il maggior numero di spedizioni possibili e ottenere il punteggio più alto per proclamare vittoria.
In questa competizione, come nella realtà, non mancano gli imprevisti determinati ora da condizioni meteorologiche avverse, ora da situazioni politico sociali inaspettate.La vera battaglia, però, è quella cinica e spietata che si svolge senza esclusione di colpi tra i protagonisti della partita: ci si può sbizzarrire fra intrighi, alleanze, azioni sleali e colpi bassi per indebolire gli altri avversari e raggiungere il proprio scopo.
Un vantaggio di “Competitors”? I giocatori possono stabilire fin dall’inizio il tipo di partita che vogliono giocare: “a tempo” (circa 60 minuti), in cui vince il giocatore che ha ottenuto il punteggio più alto entro lo scadere del tempo; oppure “a punti” (90 minuti e oltre), in cui il termine della partita avviene quando uno o più giocatori raggiunge 10 punti.In caso di parità fra due o più giocatori, vince la partita il giocatore più ricco.

“Competitors” affonda le proprie radici nella realtà odierna, la realtà del lavoro, dell’attualità, della cronaca e della politica… solo se ci si affiderà alla ragione, mischiando sapientemente astuzia e strategia, si uscirà vincitori!

Proprio per questo, credo che il mio board game possa rappresentare una novità nel mondo dei giochi da tavolo. I giocatori possono infatti contare su un ventaglio di possibilità praticamente infinito dato dalla quantità di variabili che determinano le situazioni di gioco. Si potranno giocare partite sempre diverse, tanto più difficili e impegnative quanto più creativi e strategici sapranno essere gli stessi giocatori. Mi piace pensare, infine, che “Competitors” possa essere considerato anche un gioco istruttivo. Infatti illustra una realtà lavorativa sconosciuta a molti ed è in grado di offrire, grazie ad una mappa dettagliata e descrittiva, una vasta quantità di informazioni di carattere geografico così come politico-sociale e meteorologico. Il quadro assai realistico dell’ambito in cui si svolge il gioco, posso garantire, è lo stesso che un operatore impegnato in questa professione deve assolutamente tenere in considerazione!

 

Ragazzi finalmente abbiamo trovato un modo per imparare la geografia divertendoci! Ma immagino che non sia stato semplice “mettere insieme i pezzi” e realizzare tutti i dettagli di “Competitors”. Quali sono state le difficoltà che hai dovuto affrontare prima di conoscere la nostra realtà?

 

Beh, le difficoltà più importanti le ho riscontrate nel cercare un contatto con chi opera e vive nel settore dei giochi da tavolo. Ovviamente non mi ero illuso di trovare porte spalancate ed editori che mi suonassero al citofono!Ma nemmeno avrei immaginato tanta chiusura e diffidenza, anche solo nell’accettare la presentazione di un progetto! Posso dire di aver vagato per anni e di essere quasi arrivato al punto di lasciar perdere a causa dell’indifferenza e della non curanza di case editrici e operatori del settore.
Poi, finalmente, l’incontro con un editore di Roma mi ha ridato fiducia, anche se, e probabilmente è normale che sia così, i tempi di un editore non sono e non saranno mai quelli che un autore auspica.

 

Quando e come è iniziata la tua collaborazione con Tambù e perché hai scelto noi?

Tutto è iniziato durante una fiera dove ho avuto modo di conoscere Davide Lo Presti, AD di Tambù. Come me, Davide era lì per presentare il suo progetto e, dopo esserci scambiati sensazioni e opinioni, volle provare a fare una partita a“Competitors” (ai tempi ancora in una fase piuttosto embrionale). Ci salutammo, poi, scambiandoci i rispettivi contatti e in un freddo giorno di dicembre mi richiamò parlandomi del suo ambizioso progetto. Ricordo che pensai… “Perché no?”Mi convinse il suo entusiasmo, la sua semplicità e trasparenza e il suo amore per i giochi e la creatività. Successivamente ho avuto modo di conoscere altri membri della famiglia di Tambù, attraverso i quali ho avuto il piacere di entrare in contatto con un mondo a me poco conosciuto e che gravita intorno ai giochi da tavolo, alla loro creazione e diffusione.

 

 

Galeotta fu la fiera…:D “Battutone” a parte, siamo veramente felici di averti incontrato e soprattutto siamo orgogliosi di quel tuo “perché no?” che ha dato vita a questa bella collaborazione! Tornando a “Competitors”, durante il periodo della sua realizzazione ti è capitato qualche fatto curioso o hai qualche aneddoto divertente da raccontarci?

Mi viene spesso in mente un episodio piuttosto divertente che mi capitò in occasione di una delle mie prime presentazioni del progetto.
Mi trovavo in fiera ad Assago e mi si presentò davanti una signora americana incuriosita dalla mappa di “Competitors”. Ricordo che volle assolutamente conoscere l’ambito in cui il gioco si svolgeva e quasi subito dimostrò una strana euforia: prese una sedia, vi salì sopra per osservare la mappa dall’alto e poi iniziò a chiamare a gran voce il marito! Mi sentivo orgoglioso e imbarazzato allo stesso tempo! Entrambi apprezzarono molto la mia idea e mi incoraggiarono a realizzare il progetto.

 

 

Che belle soddisfazioni! E dimmi Sebastiano, quali sono i tuoi futuri progetti come autore?

Al momento vorrei impegnarmi al massimo per portare a termine quello che posso tranquillamente definire “il lavoro di una vita”. Vorrei far conoscere “Competitors” a quanta più gente possibile e mi piacerebbe anche illustrare la bellezza della professione al quale il gioco si ispira a studenti appassionati, magari nel corso di eventi ludici a scopo didattico.

Per il futuro ho in cantiere diverse proposte di games da poter realizzare con un fattore comune a tutti: la vita reale!

 

Ma allora siamo curiosissimi! Vorrà dire che attenderemo i primi spoiler sulle tue idee… Grazie ancora per il tuo tempo Sebastiano! Ci saluti con il tuo grido di battaglia?

Legato come sono ad un meraviglioso fumetto di cui posseggo l’intera collezione, mi verrebbe da gridare “AAAAAAAYAAAkKKK”, che è l’urlo di battaglia di Zagor, lo spirito con la scure, ma onde evitare il pericolo di plagio mi accontenterò di un più sobrio:
“BELLA Lììììììììììììììììììììììììììììììììì”