GDR: cos'è e come crearne uno di successo
Vi ricordate quando da bambini dicevamo all’amico “ti va di giocare a far finta di essere dei detective che vanno alla ricerca del cattivo?” Beh in quel momento stavamo inscenando un gioco di ruolo. Spesso la definizione di GDR (gioco di ruolo), si perde nel vortice del “vicino di casa” videogame world, ma di per sé esso è esattamente un gioco in cui “si fa finta di”, un gioco in cui delle persone fisiche si ritrovano e interpretano dei personaggi di fantasia. Ho ben specificato “persone fisiche” perché con l’evoluzione della tecnologia, allo stato attuale sono numerosissimi e parecchio giocati i GDR virtuali, ma, con tutto rispetto, i giochi di ruolo giocati da “attori” in carne e ossa, sono tutta un’altra cosa e sono poi i GDR puri e originali.
Come funziona un GDR? Nel caso più classico gli elementi che compongono un gioco di ruolo sono: un master, i personaggi, un manuale ed eventualmente dei dadi e delle schede personaggio. Il master è colui che narra la storia, il motore del gioco, il personaggio tra voi che decide di essere “la voce” e dà inizio alle danze raccontando nei minimi dettagli l’atmosfera. “Siamo in una lontana terra, così lontana da esser stata dimenticata persino da Dio. Intorno a noi tutto è offuscato da fitti bancali di nebbia, il suolo è umido e fangoso, ogni nostro passo provoca un fastidioso –splash- nelle orecchie e si sente l’odore di terra bagnata, come dopo un temporale. Ci muoviamo compatti –splash, splash, splash- e arriviamo a quello che sembra l’ingresso di una grotta ….” Ecco come inizierebbe il gioco un master che vuole “catapultarvi” in un’avventura fantastica; egli è il narratore, il regista, ma interpreta spesso anche i nemici e i personaggi comprimari e degli eroi che si incontrano lungo la strada. E gli altri? Gli altri sono i personaggi principali della storia! Ogni membro del gruppo interpreta un personaggio ben preciso, immaginandone il volto, l’espressione degli occhi, il colore dei capelli, gli indumenti e così via. Spesso la il contesto e i personaggi con le loro abilità, sono dettagliatamente descritti nel manuale di gioco che contiene anche il regolamento. Elementi accessori che potete trovare in un GDR da tavolo sono le schede personaggio e i dadi. Le schede personaggio servono a descrivere colui che interpretate, ad elencarne le abilità e le azioni a lui proprie. Su questa scheda si possono appuntare ad esempio “i colpi inferti” in una sessione o “l’incremento delle abilità”, è una sorta di carta d’identità del vostro personaggio. I dadi servono a scandire le azioni quando le possibilità di procedere per scelte arbitrarie nel gioco sono esaurite ad esempio per determinare chi tra due avversari esce indenne da una sfida. Perciò sono sufficienti degli amici, carta e penna, un manuale e un paio di dadi da mixare rigorosamente a tanta, tantissima fantasia per dar vita ad un GDR!
Ma quanto dura? Un GDR è diviso in sessioni, come i capitoli di una storia e ogni sessione può durare anche parecchie ore, di conseguenza spesso non si esaurisce il gioco in una serata, ma si lascia in sospeso al termine di un capitolo da cui si riprende la volta successiva. Questo aspetto è molto bello e accattivante perché fa si che la storia “non ti stanchi mai”, ti permette di viaggiare con la fantasia anche a gioco concluso in attesa “della prossima puntata” e stimola la tua vena creativa (oltre che ad una buona scusa per organizzare una serata con gli amici).
Forse però vi ho sottovalutato, forse siete già esperti di GDR, forse siete così esperti e appassionati da volerne creare uno tutto vostro. Se è così avete tutta la mia stima e approvazione, permettetemi solo di darvi qualche consiglio in merito.
In primis giocate, giocate tanto anzi tantissimo a giochi di ruolo differenti e con gruppi diversi quindi non solo con il vostro gruppo di amici fidati con cui giocate ogni settimana a D&D! È importante capire non solo ciò che piace a te, ma anche ciò che predilige la community; d’altronde se vuoi fare un GDR e venderlo devi tenere conto dei gusti altrui. Ma la domanda principale su cui devi riflettere è “perché qualcuno vorrebbe comprare il mio gioco?”, cioè cosa potrebbe spingere un player a non acquistare D&D, ma la tua creazione? Devi capire e saper comunicare i punti di forza che caratterizzano e distinguono il tuo gioco dalla massa; fondamentale sarà quindi per te fondere la tua indole creativa con l’innovazione. Un passo strategico da compiere è quello di informare la community sulla tua intenzione di dar vita ad un personale role playing game e di aggiornarli di volta in volta circa i tuoi progressi. Non devi far loro una noiosa recensione periodica, non sono il tuo “caro diario”, ma fare del “sano spoiler” per creare già degli appassionati e dei curiosi che probabilmente compreranno il tuo gioco. Detto ciò, una volta scritta la storia, è necessario trasformare il tuo quaderno di appunti in uno scritto vero e proprio e qui ti serve un Editor, possibilmente uno che di GDR se ne intenda perché ad esso è associato un tipo di slang che spesso è sconosciuto ai neofiti. Non male è l’idea di sottomettere lo scritto ad un Proofreader che potrà, in quanto esterno, dare un’ultima correzione all’elaborato post editing; le migliorie non sono mai troppe e le virgole sono delle cosine piccoline che spesso sfuggono alla vista