Intervista a Federico Baglivo

Attenzione, attenzione amici nerd, compagni di gioco e appassionati di board games e comics, oggi intervistiamo Federico Baglivo, autore di Let There Be Light, un gioco in scatola che “illuminerà” il vostro tempo libero!

 

Buongiorno Federico, grazie per prestarti a questa intervista! Prima domanda per te: a quando risale la nascita della tua passione per il mondo dei board games e dei fumetti?

La mia passione per i board games è cresciuta di pari passo con me. Da piccolo ricordo che giocavo spesso con mia madre ai grandi classici, come Monopoly o Brivido. Il teschietto che rotola è una cosa che difficilmente si dimentica! Dopo qualche tempo di stop mi sono riavvicinato a questo bellissimo mondo e non mi sono più fermato! Stesso discorso per quanto riguarda i comics: ho iniziato leggendo la maggior parte dei fumetti Marvel e DC, in particolare Spider-Man e Batman mentre, verso la fine delle elementari, e delle medie, Dragonball, Le Bizzarre Avventure di JoJo e Berserk!

 

Abbiamo un trascorso nerd molto simile! Domanda difficile: i tuoi tre giochi e fumetti preferiti?

I miei tre giochi preferiti attualmente sono Puerto Rico, Azul e Sagrada, mentre per i fumetti dico Batman – Il lungo Halloween, Watchmen, e la serie regolare di Berserk fino all’eclissi!

 

Cosa ti ha spinto a realizzare Let There Be Light?

Principalmente per la volontà di sviluppare una tematica diversa dopo il mio esperimento iniziale. E poi perché sono certo che la tematica, vale a dire il dualismo luce/oscurità e l’ambientazione spaziale, facciano una certa presa sui giocatori, e sarebbe stato un peccato non provare a tirarne fuori qualcosa.

 

Lo definiresti un board game complesso o semplice da giocare?

Let There Be Light è un gioco che propone numerose possibilità strategiche e di interazione, risultando nuovo ad ogni partita. Detta così sembrerebbe essere un gioco super complesso, in realtà il gameplay si basa su una regola semplicissima: catturare con i propri fotoni quanti più elementi oscurità possibili presenti sulla board e guadagnare i punti corrispondenti, così da averne più degli avversari e vincere la partita!

 

Stuzzica proprio! Voglio giocarci  
Hai trovato delle difficoltà durante la progettazione e realizzazione del tuo gioco?

Diciamo che ce ne sono state un paio, più che altro legate al processo creativo che va dalla fase di idea alla formalizzazione del gameplay. Avevo in mente la luce, l’oscurità, l’universo, ma non sapevo come metterli assieme in un qualcosa che si potesse definire divertente, ed è stata abbastanza dura all’inizio trovare questo tipo di risposta. Poi, fortunatamente, si è accesa la proverbiale lampadina, e dopo vari test Let There Be Light aveva preso forma!

 

Si è letteralmente accesa la luce! Raccontaci qualche aneddoto o curiosità legate a Let There Be Light!

Ve ne racconto due! Il primo aneddoto riguarda la scelta dello Spazio come ambientazione. La scelta è ricaduta sull’universo dopo che una sera, mentre ero al lavoro su Let There Be Light, ho sentito alla TV la sigla di The Big Bang Theory, serial che adoro alla follia e che seguo sempre.
Il secondo riguarda la scelta di usare i fotoni come rappresentazione della luce. Durante la fase di ricerca iniziale non sapendo come usare la luce nel gioco, avevo provato diverse soluzioni, tutte scartate perché non in linea con quello che era il gameplay. Un po’ sconsolato, vado su YouTube per guardare un video che avevo salvato in precedenza e, nella home, ne vedo uno interessante sulla spiegazione della proposto e della luce nello Spazio. Un’illuminazione!

 

The Big Bang Theory è pane per i miei denti, bellissimo! E che bello ancora una volta la luce “ha illuminato” la tua creatività! Quale sono le tue aspettative come autore?

Come autore esordiente mi piacerebbe vedere pubblicato Let There Be Light, che porterò alla prossima edizione di TinG Treviglio in Gioco. In generale mi piacerebbe farlo diventare un lavoro definitivo, ma mi rendo conto che è molto difficile. Non voglio di certo fermarmi qui, però! Ho già in cantiere almeno due progetti: uno sull’antica Grecia e un altro dedicato all’altra mia grande passione, i videogiochi. Per quest’ultimo la sfida è quella di trasporre uno dei generi old school più amati dei videogiochi in board game. Vedremo cosa ne uscirà!

 

Ovviamente noi siamo intrepidi per i nuovi progetti! Grazie ancora Federico e grazie a tutti voi della lettura. A presto!

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